LOTTE TRA PATRIZI E PLEBEI

I TRIBUNI DELLA PLEBE

Quali erano le condizioni di vita dei patrizi e dei plebei nei primi anni della Repubblica?

Nei primi anni della Repubblica romana:

  • i patrizi erano i soli che potevano essere eletti magistrati e potevano fare parte del Senato;
  • i plebei, che erano la maggioranza della popolazione, partecipavano alle guerre come soldati. La cavalleria, reclutata tra i patrizi, iniziava ad avere meno importanza e il ruolo dei plebei nelle legioni diveniva sempre più rilevante dopo l'introduzione del combattimento oplitico da parte di Servio Tullio.

La separazione tra le due classi era tale che erano vietati anche i matrimoni tra patrizi e plebei.

Perché le condizioni di vita dei plebei peggiorarono?

Il peggioramento delle condizioni di vita dei plebei era legato alla fine della monarchia. Questa, infatti, si era appoggiata ai plebei per limitare il potere del ceto aristocratico che aveva nel Senato il suo punto di forza.

Dopo la cacciata dei monarchi, i patrizi si sentirono liberi di affermare tutto il proprio potere.

In cosa consisteva la serrata del patriziato?

La serrata del patriziato consisteva in una monopolizzazione delle cariche politiche.

Dato che i magistrati, e in particolar modo i consoli, erano tutti aristocratici, così come i senatori, i patrizi detenevano il potere di governare Roma.

Quali conseguenze ebbero le prime guerre combattute durante la Repubblica?

Le prime guerre combattute durante la Repubblica costrinsero i plebei a lasciare il proprio lavoro per poter combattere.

Essi, per sfamare le proprie famiglie, furono costretti a contrarre debiti.

Inoltre, dovendosi procurare le armi e i vestiti per la guerra, dovevano contrarre altri debiti.

Chi aveva denaro da dare in prestito, erano i patrizi, nei confronti dei quali i plebei si indebitarono.

I plebei potevano ripagare i propri debiti:

  • lavorando per i patrizi;
  • consegnando loro il raccolto degli anni successivi.

Poiché alcune guerre durarono a lungo e distrussero i campi e i raccolti, i plebei si trovarono sempre più sommersi dai debiti.

Inoltre, una antica legge romana, stabiliva che, chi non era in grado di far fronte ai propri debiti, diventava schiavo del suo creditore. Così molti plebei persero la propria libertà o rischiavano di perderla.

I patrizi non risentivano delle guerre, dal punto di vista economico?

I patrizi non risentivano delle guerre dal punto di vista economico perché potevano far lavorare le loro terre dai propri clienti e dagli schiavi.

Inoltre, avevano un'altra fonte di guadagno, ovvero l'uso esclusivo dell'agro pubblico, cioè di quei terreni che erano stati sottratti ai nemici vinti.

Cosa aggravava le condizioni dei plebei?

Ad aggravare le condizioni dei plebei c'era la mancanza di leggi scritte.

Poiché i tribunali erano composti solamente da patrizi, essi applicavano le leggi sempre a proprio favore.

LA LEZIONE PROSEGUE SOTTO LA PUBBLICITA'

Quale fu la conseguenza di questa situazione?

Dato che i plebei, come soldati, contribuivano in modo rilevante alla crescita della potenza romana, essi iniziarono a chiedere:

  • condizioni di vita migliori per i più poveri;
  • l'annullamento o la riduzione dei propri debiti;
  • la possibilità di accedere alle cariche pubbliche. Sembrava, infatti, una grave ingiustizia che i plebei non potessero partecipare ad alcune decisioni, come quella di dichiarare o meno guerra, quando poi erano proprio loro i più coinvolti nelle battaglie.

I patrizi accolsero queste richieste?

I patrizi non accolsero queste richieste.

Quale fu la conseguenza di tutto ciò?

Conseguenza di tutto ciò fu la secessione dell'Aventino: la plebe, nel 494 a.C., si ritirò sul colle dell'Aventino, dove decise di fissare la propria dimora, lasciando la città senza alcuna protezione militare.

Come si concluse la secessione dell'Aventino?

La secessione dell'Aventino si concluse, dopo alcune trattative condotte dal patrizio Menenio Agrippa, che era già stato console ed era molto stimato dai plebei.

Questi ultimi ottennero di eleggere alcuni magistrati come loro rappresentanti. Essi presero il nome di tribuni della plebe: inizialmente furono 2, poi 5 e successivamente giunsero ad essere 10.

Quali poteri avevano i tribuni della plebe?

I tribuni della plebe si contrapponevano ai consoli e avevano il potere di veto: essi, cioè, potevano bloccare una legge quando pensavano che questa danneggiasse i plebei.

I tribuni della plebe non potevano subire offese o violenze e le loro decisioni dovevano essere rispettate.

Con il tempo essi iniziarono anche a:

  • proteggere i plebei dall'arbìtrio dei magistrati;
  • convocare il Senato e discutere le sue proposte;
  • proporre leggi.

Chi eleggeva i tribuni della plebe?

Ad eleggere i tribuni della plebe era l'assemblea della plebe che, nel 471 a.C., fu istituita con la legge Publilia.

L'assemblea era riunita per tribù.

Perché patrizi e plebei giunsero ad un accordo?

Patrizi e plebei giunsero ad un accordo perché:

  • da una parte, i patrizi, rimasti soli a Roma, si resero conto di aver bisogno dei plebei per coltivare i campi, svolgere gli altri lavori, difendere la città dai nemici;
  • dall'altra, i plebei, compresero quanto fosse difficile vivere lontano dalle proprie case, senza il proprio lavoro e il proprio guadagno.

 
 
 


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